Da Fotografa freelance ho fotografato eventi, interni, prodotti da vendere, cibo, vestiti, modelle, auto, opere d’arte. Da sola, in team, con altri fotografi e gomito a gomito con videomaker e altri professionisti del settore foto e video. Ogni esperienza mi ha arricchito, mi ha fatto imparare, mi ha dato ispirazione. Ho fotografato in tante situazioni ma soprattutto ho fotografato persone.
Ho visto migliaia di volti, tutti diversi. Una rosa ampia e variegata di emozioni. Ho visto bambini appena nati, bambini crescere, ho visto padri e madri piangere, sposi commuoversi, persone sorridere. Ho smacchiato abiti di spose in lacrime, ho tenuto il vassoio delle ostie per il sacerdote (era sparito l’altro officiante), ho raggiunto in campagna nonni impossibilitati a muoversi solo per scattare una foto al volo col nipote appena sposato. Ho vissuto giornate infinite, cerimonie bellissime in luoghi unici, ho visto tramonti, albe, attimi incredibili e tutti irripetibili. Ho lavorato fino a 15 ore di fila, vivendo matrimoni come se fossero i miei, con la stessa ansia e la stessa gioia dei ragazzi che ho visto unirsi in matrimonio.
Cerimonie sempre più lunghe e complesse. Spesso rientravo a casa molto tardi. Rincasavo in auto con i finestrini aperti e la musica alta, un po’ più leggera ripensando alle tante ore di lavoro finalmente finite, ma sempre tesa per la grande responsabilità che mi era stata affidata: raccontare una giornata attraverso una serie di immagini.
Tra i ricordi più buffi, anche “le lotte” con gli invitati muniti di smartphone / tablet / reflex che scattano durante le cerimonie, soprattutto negli ultimi anni. Spesso ti trovi di fianco lo zio o la cugina che scatta spalla a spalla con te, con qualsiasi dispositivo. E i lividi, le gomitate prese (ebbene sì, anche in testa, ragazzi) durante l’uscita degli sposi dalla Chiesa perché qualche invitato doveva fare la foto per primo da postare immediatamente su Facebook! Una volta, mentre scattavo piegata sulle ginocchia (momento uscita degli sposi, quindi unico e imperdibile) nel mirino vedo improvvisamente tutto nero: sollevo lo sguardo e mi ritrovo il lato B di una signora che si era posizionata esattamente davanti a me, intenta a scattare con il cellulare. Scene tragicomiche che solo chi ha lavorato nel settore wedding può capire… “Questa macchina fa proprio belle foto!” “Eh chissà quanti megapixel” “Ma perché siete in 2 a scattare?”. Domande a cui ci si abitua.


L’allegria e il buon umore non devono mancare mai. Anche se può capitare che il tuo lavoro venga poco compreso, qualche volta sminuito.
Credo che (in fotografia come anche in molte altre circostanze) sia sempre più semplice guardare solo la superficie anziché approfondire andando oltre.
Non tutti comprendono che non è solo la fotocamera a fare la foto. Che dietro c’è una mente pensante, che cerca di capire come costruire la scena facendo entrare (o non entrare) elementi in quello scatto, valutando la luce, preferendo o meno un taglio rispetto ad una diversa inquadratura. E che tutti questi ragionamenti spesso richiedono di essere fatti in una frazione di secondo. “E perché siete in 2 scattare, uno non ne bastava?”. Beh, perché così facendo possiamo garantire più punti di vista, più prospettive, più visuali e costruire un racconto visivo dinamico ed armonico e quindi impaginare un bell’album. “Ma tanto sono solo DUE foto”. Le “due” foto tanto decantate dai clienti vengono tirate fuori da una sessione intensa di centinaia di scatti e non sono soltanto semplici “immagini” ma ricordi, costruiti e confezionati da una persona che vi segue per una giornata intera “guardando” per voi la cerimonia e raccontandola secondo una personalità e uno stile. E per queste “DUE” foto i fotografi cerimonialisti lavorano ore ed ore fuori casa (non ci sono ferie pagate, né malattie) con ogni condizione meteo e proseguono con altre lunghe ore di lavoro al computer. “Dai fammi ancora una foto”. Eh sì, normalmente si continua a fare foto, tante, anche se gli sposi ti hanno concesso controvoglia 20 minuti di tempo dopo la cerimonia, si continua a scattare il più possibile perché devi raccontare nel migliore dei modi una giornata irripetibile. Anche 30 minuti di scatti in più fanno la differenza. Non si potranno “inventare” gli scatti che non ci è stato concesso fare e quindi sì, si continua a scattare. Troppe dinamiche, troppi aspetti e risvolti che il 90% delle persone dall’esterno non può percepire.
PS: non apriamo le questioni spinose dei costi della partita Iva in Italia! Vi lascio però questo link dove trovate sempre aggiornate le statistiche relative al numero di partite Iva italiane.
E’ bello la domenica andare fuori porta ed esprimersi liberamente creando belle – spesso anche bellissime – foto. Diverso è seguire per lavoro una cerimonia, fare foto per un catalogo, lavorare per confezionare un reportage su commissione. Non sempre ti senti in forma, in vena, in sintonia (anche col cliente). Almeno per me, negli ultimi anni di attività, era venuta a mancare “quella scintilla” di entusiasmo, nonostante l’amore sempre vivo per la fotografia. Quando si tratta di lavoro hai scadenze, budget da rispettare, obiettivi – non sempre condivisi – da raggiungere e può capitare che si perda un po’ quella “libertà di fare” che invece potrebbe essere un grande valore aggiunto.


Cosa mi ha regalato fotografare nel settore wedding
Ho aperto la partita Iva nel lontano 2014. Fu un anno incredibilmente difficile, sotto più punti di vista. Prima avevo studiato fotografia a Roma specializzandomi in ritratto e reportage sociale. Volevo lavorare raccontando per immagini ed ho iniziato una stimolante avventura ricca di tante esperienze significative e formative. Mi sentivo felice ma allo stesso tempo intimorita da quello che mi aspettava. Per 7 anni ho vissuto centinaia di esperienze fotografiche diverse che sono state la migliore palestra di sempre. Ho imparato tanto ma la cosa più bella è che, ancora oggi, non smetto mai di imparare!
Questo percorso è stato più che mai utile, soprattutto ora che ho intrapreso, da 2 anni, una nuova sfida, ancora più coinvolgente: insegno tecnologie multimediali in Laboratorio presso gli Istituti di secondo grado ad indirizzo Grafica e comunicazione ed Audiovisivo e multimediale. Vedere i ragazzi che imparano ad usare le macchine fotografiche, vederli cimentarsi con i set in sala posa, conoscere e manipolare le luci, studiare linguaggio audiovisivo e il racconto per immagini, mi riempie di gioia (e di nuovi stimoli). Dalla fotografia statica a quella in movimento, passando per tutte le fasi progettuali di un prodotto, fotografico e audiovisivo: cerco di dare il massimo per prepararli cercando soprattutto di trasmettere loro l’amore per un mondo meraviglioso e poliedrico: quello delle arti visive ed in particolar modo, della fotografia e del cinema.
Progetti per il futuro
Dopo anni di weekend impegnata a scattare foto alle feste degli altri, posso finalmente scattare liberamente e costruire i miei progetti fotografici avendo la libertà di raccontare qualcosa senza dovermi assolutamente limitare e soprattutto vivendo l’esperienza fotografica in modalità “slow“, più intima, con i miei tempi, i miei modi, seguendo totalmente le mie ispirazioni del momento. E’ stato molto liberatorio. Tutto questo mi ha riempito di nuovi stimoli ed aperto la strada a nuove visioni. Oggi come ieri la fotografia è parte integrante della mia vita e le devo molto.
Mi ha insegnato a guardarmi intorno ma, soprattutto, a guardarmi dentro.
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