Anna Izzo Fotografo Salerno

Donne importanti

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Sguardi, sagome, ritratti e gesti, accomunati da un fattore comune: la Donna.

In una serie di belle immagini di altrettante belle autrici, al Barroom – locale nel cuore del centro storico salernitano, con la propensione al mondo dell’arte e della cultura visiva – troverete un piccolo interessante percorso fatto di fotografia e poesia, delicato omaggio all’universo femminile.

Non è la prima volta che aderisco a iniziative di questo tipo. Ho sostenuto campagne di sensibilizzazione sulla violenza di genere come con il progetto “Beauty_FULL” ideato e curato dall’Ass.ne Street Kali e, più recentemente, con il progetto #Ioamoledonne, dove giovani professionisti in barba fucsia hanno posato con ironia davanti all’obiettivo per dichiarare alle Donne amore e rispetto. Laddove si possono coniugare arte, tematiche sociali e sensibilizzazione, è possibile creare belle cose e fare un piccolo gesto utile alla società. Ed è proprio da lì, come spesso ho sostenuto, è dalle piccole cosedi cui sono grande sostenitrice – che parte sempre tutto.

Nel caso del percorso del Barroom, intitolato “Donne in versi e immagini“, le autrici propongono fino al 20 Marzo una selezione di scatti eterogenei che ritraggono la Donna nelle sue diverse sfaccettature. Tante donne, uniche e diverse, accompagnate dalle poesie della scrittrice Rosalia Cozza, delicata ed espressiva, ed ai racconti di Francesca Severino.

Io ho deciso di portare un ritratto semplicissimo in bianco e nero che, nella sua semplicità, amo in maniera quasi viscerale.

Anna Izzo (1)

Credo sia dovuto al fatto che la “modella” d’eccezione che ha posato per me è mia nonna, in uno scatto vecchiotto e quasi rubato perché ho dovuto approfittare solo di qualche secondo prima che se ne andasse ciarlando qualcosa in dialetto cilentano.

Mia nonna con la sua vita mi ha portato a riflettere su molti temi e a capire alcune cose, come l’importanza di eliminare le tante costruzioni/imposizioni culturali con cui siamo cresciute in quanto donne. Forse il “femminicidio” e le tante altre forme di violenza imperversano anche a causa di una certa cultura maschilista e patriarcale che considera la donna esclusivamente come oggetto, concetto che – ed è una cosa molto triste – è anche radicato nella testa di molte donne. Mia nonna, col suo modo di essere e fare, mi ha sempre influenzato positivamente insegnandomi a boicottare tanti vecchi stereotipi.

Ecco, mia nonna è una giovanotta cilentana che domani, 11 Marzo, compie 85 anni.

Lei fa parte di quella categoria non di donne forti, ma di donne fortissime. Figlia di nonno Amedeo (uomo bellissimo e generoso, così lo ha sempre ricordato mia madre) e nonna Assunta, la bisnonna che ho avuto la fortuna di conoscere, nonna Anna è andata a lavorare molto presto. All’epoca non c’erano tanti mezzi come oggi, eppure, come sempre mi ricorda, “non è mai mancato da mangiare per nessuno”. Ha lavorato come pizzaiola, ha avuto un negozio, ha lavorato al Club Méditerranée. Madre di 4 figli (avuti in casa), ha 8 nipoti e 4 pronipoti in veste di bisnonna (senza contare i numerosi altri nipoti in veste di zia). Nella nostra famiglia, che è sempre stata di stampo matriarcale, mia nonna ha sempre giocato un ruolo di spicco, reggendo la struttura sociale della famiglia. Dei suoi mille racconti mi sono rimaste impresse veramente tante scene o meglio, “prodezze“, che a raccontarle si riderebbe per ore. E’ stata presente in tanti capitoli importanti della mia vita, quelli della mia infanzia e della mia adolescenza. Ricordo di lunghe passeggiate con lei e mia madre, quando era ancora con noi e ogni giorno mi portava a trovare nonna, e delle tante risate che ci facevamo. Ridevamo davvero tanto, tanto e di gusto.

Mia nonna ancora oggi continua ad essere una delle persone più divertenti che io conosca. Sicuramente, una delle più forti e salde. Per tanti anni mia nonna ha vissuto a Salerno e (come scordarlo?) quando andavamo a fare la spesa al mercato, praticamente gestiva la piazza. E a volte pure l’andamento dei prezzi.

“Donna Anna come state, oggi che vi prendete? Guardate che vi ho conservato!”.
“Cumba Giusè, solo roba buona ma al prezzo che dico io, se no ci vediamo domani”. Lei, arcigna.

Continuo a pensare che vorrei avere il 5% della sua incredibile sicurezza. Qualcuno direbbe “cazzimma“. So solo che avrei risolto molti dei miei problemi. Ecco, mia nonna, per gli atteggiamenti, somigliava vagamente – e somiglia ancora – al Padrino. Marlon Brando col gatto in braccio dietro la scrivania che parla degli affari di “famiglia”. Ha un modo di interloquire tutto suo, a volte vagamente minaccioso e molto spesso colorito. Non puoi farla fessa mia nonna. Guai a contraddirla o a non seguire i suoi piani. E quando riprende il nonno, poverino, tutto si trasforma in un teatro. Mi chiedo col sorriso sul viso, come abbia fatto quell’uomo a vivere una vita intera con una donna di quella tempra.

Ricordi e profumi

Quelle domeniche faraoniche al ragù, tutti insieme. La zuppa di cannolicchi quando abitava a Via Fuso. Le giornate interminabili a fare le bottiglie di pomodoro. A novembre, la raccolta delle olive. In primavera, gli asparagi. D’estate, le more. Le mattine al mare con lei, nonno e mamma, alle 08:30 già in spiaggia. Col nonno camminavamo lungo il bagnasciuga, abbiamo raccolto centinaia di conchiglie e sassi. Li ho ancora, nei barattoli di vetro (qua al sud li chiamiamo boccacci). Secondo me abbiamo esagerato, perché non ho mai più ritrovato così tante conchiglie come quando ero una ragazzina e andavo al mare coi nonni. Pare che il mare le abbia quasi terminate. Così fino ai miei 15 anni, quando i tre mesi estivi giù nel Cilento erano scanditi da poche, solide abitudini. Ho tanti flash back che profumano di mare, di cose semplici. Mia nonna è sempre stata forza, risate e insegnamenti. Lezioni date sempre a modo suo, ma molto valide, di quelle che comprendi solo con il tempo che avanza.

gattini-49

“Pigliate lu iuorno buono quanno vene, ca lu malamente nun te manca mai”
Quando puoi godi, perché nella vita ci saranno senz’altro giorni di tristezza.

Dunque, se andate a prendere un drink al Barroom, immergetevi per un po’ nelle bellissime foto esposte. In un piccolo angolo troverete la foto di una signora anziana piena di rughe con gli occhi lucidi, chiarissimi. Forse vi parlerà un po’ di lei.

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